Canon has today announced a new 'digital
compatible' flash, the Speedlite 430EX. This new flash unit is clearly
aimed at buyers of the EOS 5D digital SLR which doesn't have a built-in
flash unit. Compared to the 420EX which it replaces the 430EX has an
increased guide number (range) and is approximately 40% faster at
recycling. When attached to a camera with a smaller than full-frame
sensor it detects this and adjusts its angle of coverage.
20D Sport
Housing Specifications
(for Canon's
Film and Digital Cameras)
Type of Underwater Housing Sport housing for Canon 20d / 10d and 1v/3 (no booster)
Depth Rating 10 meters - 33 feet
Material An Epoxy construction. The controls are tactile using stainless steel,
aluminum and high strength plastics. All of the aluminum parts have been hard anodized for the maximum
protection and product longevity.
Features - Dedicated pistol shutter release with auto focus - Quick release clips with safety latch - Shutter release - Window for top display panel - Interchangeable front port system - Main dial control - Flash capability - Electronic pistol / pole cable release capability
Digital Features Optional extra
Physical Specifications 210mm X 170mm X 115mm (W x H x D)
Weight 1.5 Kg (housing only) 2.3 Kg (housing with 20d camera)
Canon presenta il
modello di punta della
sua linea di
lampeggiatori Speedlite,
il 580EX dotato di un
numero guida pari a 58
(m / ISO 100, parabola
su 105mm) e la
possibilità di coprire
l’angolo di campo di un
obiettivo da 14mm. Il
nuovo 580EX migliora
molte specifiche del suo
predecessore, lo
speedlite 550EX, e
include nuove
caratteristiche per
perfezionare i risultati
in luce lampo con le
fotocamere EOS digitali.
Esse includono il
trasferimento dei dati
inerenti alla
temperatura colore per
ottimizzare la
compensazione del
bilanciamento del bianco
e l’autoregolazione
della parabola zoom per
meglio adattarsi al
sensore della macchina
si cui è montato.
Modifiche al circuito
elettronico hanno
abbreviato il tempo di
ricarica del 25% circa.
La configurazione a 3
led ultraluminosi del
raggio ausiliario
consente la piena
compatibilità con tutti
punti AF all’interno
dell’inquadratura,
inclusi i 9 punti AF
della nuova EOS 20D ed
infine è stata
migliorata anche la
stabilità d’esposizione,
con una tolleranza di
±0,3 stop.
Ghiera di
selezione
L’interfaccia intuitiva
ed ergonomica comprende
una nuova ghiera di
selezione per un
controllo rapido e
diretto delle
impostazioni, come ad
esempio la compensazione
dell’esposizione della
luce flash. Un pulsante
di sblocco per a luce
riflessa consente un
immediato controllo
dell’angolazione della
torcia, e 14 funzioni
personalizzate
consentono di
preselezionare
rapidamente le
impostazioni più
utilizzate. A dispetto
dell’alta potenza e dei
brevi tempi di ricarica,
l’unità è piccola e
leggera. Un nuovo
orientamento della
torcia orizzontale di
180° consente di
ottenere luce di
rimbalzo anche
impugnando la reflex in
verticale sia sul lato
destro sia sul sinistro.
Un piccolo diffusore
retrattile incorporato
permette, inoltre, di
migliorare
l’illuminazione nella
foto di ritratto con
flash riflesso.
Sistema
integrato
Lo Speedlite 580EX è un
elemento chiave del
sistema integrato di
lampeggiatori Speedlite
per fotocamere reflex
sia digitali sia
analogiche, ed è
pienamente compatibile
con il sistema di flash
a distanza E-TTL II
presente nei recenti
modelli EOS. Esso può
fungere da flash
principale con comando
senza fili per e unità
separate compatibili
(fino a 4 canali e 3
flash secondari per
canale) o come flash
secondario con altri
Speed-lite o
trasmettitori come il
modello ST-E2.
Massima
stabilità
Piccole variazioni nelle
tensioni del flash e
nella luminosità possono
rendere instabile il
bilanciamento del bianco
nelle sequenze
fotografiche a scatto
continuo. Lo Speedlite
580EX compensa questo
fenomeno trasmettendo le
informazioni sulla
temperatura colore dal
flash alla fotocamera,
che utilizza questi dati
per ottimizzare il
bilanciamento del bianco
su ogni singola
immagine. Questa
funzione opera con la
fotocamera impostata su
Auto WB o Flash Mode.
Copertura
automatica
Quando è installato sui
modelli più recenti di
fotocamere EOS digitali,
come la EOS-1D Mark II e
la EOS 20D (questa
caratteristica non è
supportata da EOS 300D o
fotocamere precedenti),
lo Speedlite 580EX
riceve dalla fotocamera
le informazioni sul
formato del sensore:
pieno formato, APS-C
o APS-H. La posizione
della parabola zoom si
adegua così di
conseguenza per
ottimizzare la copertura
e ridurre i tempi di
ricarica. Lo Speedlite
580EX distribuisce una
luce costante e uniforme
in tutte le posizioni di
zoom della parabola. Le
caratteristiche
funzionali comprendono
la sincronizzazione
sulla prima e seconda
tendina, il bracketing
flash, la compensazione
dell’esposizione (±3
stop in incrementi di
1/3 di stop) e la
regolazione manuale
della potenza in 22
passi.
Decisamente
professionale
Sviluppato con una
particolare attenzione
per l’impiego
professionale, il nuovo
pacco batterie esterno
CP-E3 migliora
significativamente tempi
di ricarica e porta a
circa 432 il numero di
lampi effettuabili con
una carica (basato su
test di fabbrica Canon).
Il pacco batterie
comprende magazzini a
cambio rapido che
possono essere caricati
con 8 batterie AA
assicurando una rapida
transizione tra un set
di batterie e il
successivo,
caratteristica
importante in condizioni
di scatto critiche.
CP-E3 è compatibile
anche con Speedlite
550EX, MR-14EX e
MT-24EX.
Nuova staffa
Una nuova staffa
opzionale SB-E1 consente
di montare il flash a
lato della fotocamera.
Progettata
specificamente per i
fotografi di matrimonio
e di cronaca, essa
permette di eliminare le
ombre innaturali che
possono apparire a lato
del soggetto quando si
scatta con la
fotocamera orientata in
verticale con il flash
sulla slitta. Le
batterie del flash sono
sostituibili senza dover
smontare quest’ultimo
dalla staffa. Flash
580EX sarà disponibile
da ottobre.
Canon presenta la prima lente multistrato ad Ottica Diffrattiva del
mondo, con il tele EF 400mm f/4 DO.
La lente che lo equipaggerà contiene in sè le caratteristiche sia
delle lenti alla fluorite, sia di
quelle asferiche, per cui
rappresenta una rivoluzione nell'ottica fotografica.
Le lenti multistrato ad ottica diffrattiva sono costruite in modo da
alterare il percorso della luce all'interno di esse e in modo da non
disperdere parte di quella luce come nelle lenti normali: qui tutta la
luce viene forzata a formare l'immagine. Inoltre, lenti di questo tipo
correggono l'aberrazione cromatica (i diversi colori vanno a fuoco in
punti differenti) anche meglio delle costose lenti in fluorite,
mentre, calibrando la spaziatura del gruppo diffrattivo si corregge
anche l'aberrazione sferica, rendendo inutile il ricorso alle
altrettanto costose lenti asferiche.
La costruzione di queste nuovissime lenti richiede una precisione
micrometrica e strumentazioni tridimensionali brevettate da Canon
stessa.
Una lente
fotografica sferica ha un difetto fondamentale: le è impossibile
far convergere raggi entranti parallelamente in un punto di fuoco
solo, per cui forma un'immagine non nitida. Alcuni gruppi ottici
standard correggono questo difetto, ma non sono adatti a contenere
le dimensioni o il peso dell'insieme. Questi limiti vengono
superati con l'uso di elementi ottici asferici, che però sono
difficili da costruire, richiedendo un'accuratezza di lavorazione
pari a 0.1µm o meno. Per produrre industrialmente lenti asferiche Canon ha sviluppato
una linea di costruzione dedicata, grazie anche all'utilizzo di
strumenti di controllo con una precisione di 0.02µm
(interferometro laser) e a macchine per la lavorazione meccanica
asferica mai costruite prima. Canon ha poi perfezionato il
sistema, differenziando le lavorazioni a seconda delle esigenze
fotografiche.
La suddivisione
della luce in differenti colori (lunghezze d'onda) causa
l'aberrazione cromatica al passaggio attraverso una lente
convenzionale: i differenti colori vengono focalizzati a distanze
differenti, causando una sfocatura cromatica. Per correggere
questa aberrazione si rende necessario un gruppo ottico costituito
da una lente convessa e da una lente concava, che però non riesce
a correggere il verde. Per questo, Canon ha costruito le lenti
alla fluorite per far coincidere il fuoco dei colori quasi alla
perfezione. La fluorite (CaF2) è un minerale dalle caratteristiche
particolari, come il basso indice di rifrazione e una bassa
dispersione, però non si trova in sufficienti quantità e
dimensioni per ricavarne delle lenti industriali.
Per questo
Canon sviluppò nel 1969 un processo di cristallizzazione sintetica
della fluorite e costruì il primo obiettivo dotato di lente alla
fluorite. Attualmente quasi tutti i teleobiettivi e gli zoom
professionali montano un elemento in fluorite. Una cura particolare è richiesta in fase di lavorazione (molatura
e politura), che richiede tecnologie sofisticate: abrasione
diamantata microscopica per arrivare ad una lucidatura con
ruvidità inferiore 0.002µm.
Una delle cause del fallimento di una fotografia è sempre stata il
"mosso", per cui l'unica alternativa ad un treppiede era l'utilizzo di
pellicole molto sensibili o il ricorso ad appoggi di fortuna. Canon ha
quindi sviluppato un sistema di stabilizzazione dell'immagine,
utilizzandolo sia nelle telecamere, sia incorporandolo negli
obiettivi. Le vibrazioni trasmesse dalla mano alla fotocamera si trasmettono
all'obiettivo e quindi alle lenti. Il movimento delle lenti causa lo
spostamento dell'immagine formata rispetto all'asse ottico. Se,
quindi, le lenti si muovessero indipendentemente dal resto, il
problema sarebbe risolto. Questo è stato il presupposto allo sviluppo
del sistema di stabilizzazione Canon. Il sistema si basa
sull'accoppiamento di due giroscopi vibranti che rilevano le
vibrazioni verticali e orizzontali e comandano una reazione uguale e
contraria al sofisticato gruppo ottico addetto alla correzione. I
tempi di risposta della correzione sono nell'ordine di 1/2,000 di
secondo. Ne risulta un effetto correttivo pari a 2 stop in termini di
esposizione: si ha quindi un guadagno prima dell'immagine realmente
mossa di due stop (equivalenti ad un obiettivo più luminoso o ad una
pellicola più rapida di due stop). Il sistema di stabilizzazione è utile anche nella tecnica del
panning (seguire un soggetto in movimento con la fotocamera in
movimento). Un software rileva il movimento di tipo "panning" e
disabilita la correzione nella direzione del panning, limitandosi a
correggere solamente la vibrazione nelle direzioni non desiderate.
Nel 1987 Canon
adottò per la prima volta un motore ad ultrasuoni (USM) negli
obiettivi autofocus. Le caratteristiche principali erano un'alta
velocità e una bassa rumorosità, fatto che conquistò i fotografi
sportivi e naturalisti di tutto il mondo. Fu per questa
innovazione senza paragoni che ben presto le ottiche manuali
furono abbandonate.
Nel 1992 Canon
sviluppò un micromotore USM che poteva essere prodotto
industrialmente: attualmente i micromotori USM equipaggiano quasi
tutti gli obiettivi della gamma Canon.
Il
funzionamento del motore USM è basato sulla trasmissione di una
vibrazione generata da un'onda ad ultrasuoni. Per questo, l'anello
del motore non richiede nè ingranaggi, nè sorgenti di campo
elettromagnetico e fornisce una risposta rapidissima priva di
rumore e a bassissimo consumo energetico. Il range di utilizzo del
sistema va da -30°C a +60°C.
Canon ha
sviluppato il controllo dell'automatismo della messa a fuoco
tramite movimento della pupilla. Il meccanismo viene azionato
sempre dalla semipressione del pulsante di scatto, ma in questo
caso l'AF si attiva sulla cella AF più vicina al punto esatto dove
il fotografo sta guardando attraverso il mirino.
Il controllo
tramite pupilla avviene per illuminazione infrarossa della stessa
e lettura dei raggi riflessi dalla cornea e monitoraggio delle
posizioni relative dell'occhio e della pupilla stessa: questo
permette ad un sensore di calcolare l'angolo di inclinazione
dell'occhio e attivare il sensore nella direzione calcolata.
Un algoritmo
avanzato controlla le variabili che causerebbero un errore: luce
diretta sull'occhio, presenza di occhiali, lacrime, ecc.
L'algoritmo richiede una brevissima calibrazione iniziale, per
poter memorizzare le caratteristiche fisiche dell'occhio del
fotografo (o di altri fotografi).
Canon prosegue
nella ricerca di ottenere una messa a fuoco automatica
virtualmente in qualunque punto dell'inquadratura. All'inizio era
uno solo il punto di messa a fuoco, poi furono tre, poi cinque.
Con l'uscita della EOS-3 si è arrivati a 45 punti di messa a fuoco
in un'area di 8x15 mm. I punti sono disposti sia in verticale sia
in orizzontale e sono attivi anche nelle riprese caratterizzate da
elevato movimento. Questo sistema è stato installato anche nella
EOS1-V, dopo una notevole serie di test da parte di molti
professionisti. I 45 punti sono assistiti da un sensore CMOS con
una efficienza da 30 a 40 volte superiore ai sensori AF
convenzionali.
Quando aria
calda viene in contatto di un vetro freddo, allora l'umidità
dell'aria si condensa sul vetro. In queste condizioni, lenti di
obiettivi e mirini di fotocamere si appannano e bisogna far
passare molto tempo prima che la condensa se ne vada.
Il problema è
molto sentito se si fotografa d'inverno: bisogna prestare la
massima attenzione a non alitare sui vetri sensibili
dell'attrezzatura, per evitare di perdere tempo prezioso.
La tecnologia
Anti-Fogging sviluppata da Canon consente di assorbire la condensa
in un sottile film sintetico depositato sulla superficie del
vetro. Il film è formato da due polimeri, uno organico e uno
inorganico. Il primo assorbe la condensa, mentre il secondo
impedisce che il primo si disaggreghi e si distacchi dal vetro. Il
film è resistente all'abrasione.
Il primo
obiettivo dotato di
tecnologia DO è il 400mm/4.0 DO IS USM. L'obiettivo è equipaggiato di una nuova lente ad ottica
diffrattiva, che consente la correzione delle aberrazioni
cromatica e sferica e la riduzione delle dimensioni dell'insieme. Pur conservando la qualità ottica del predecessore, il nuovo 400/4
DO risulta molto più contenuto in termini di dimensioni (il 26%
più corto) e di peso (il 36% più leggero).
Canon, da sempre pioniera nel campo delle ottiche, presenta
al mondo il super teleobiettivo che incorpora elementi
diffrattivi multistrato:il tanto atteso Canon EF400mm f/4 IS
USM DO. Presentato a Photokina 2000, il nuovo obiettivo EF
rappresenta una grande conquista. Straordinarie le
prestazioni in termini di correzione cromatica; incorporando
nuovi elementi ottici difrattivi multistrato nel protetto EF
l’obiettivo risulta più compatto e addirittura più luminoso
di un’ottica tradizionale equiparabile.
Gli
elementi ottici diffrattivi multistrato rappresentano una pietra
miliare nella produzione di lenti. Infatti, combinano le
caratteristiche vantaggiose della fluorite con quelle delle lenti
asferiche, già apprezzatene gli obiettivi precedenti. Per rendere
questo obiettivo il più compatto e leggero possibile Canon ha
diminuito lo spazio esistente tra i diversi elementi, aumentando
la capacità di rifrazione dell’elemento antistante e retrostante
il gruppo. Ciò ha però provocato un aumento dell’aberrazione
cromatica. Per risolvere questo problema, Canon ha collocato il gruppo di elementi DO in una posizione
ottimale, in modo che il temuto effetto risulti eliminato. Un
ulteriore vantaggio dell’impiego del gruppo ottico DO consiste,
come già accennato, nella riduzione degli ingombri: il nuovo EF
400mm è, infatti, del26% più corto e del 36% più leggero di un 400
mm tradizionale. Gli elementi DO, impiegati già con successo in strumenti
industriali ma anche in dispositivi che adottano una lettura
ottica, dispongono di una griglia di diffrazione che altera la
direzione della luce e sino ad ora non erano mai stati impiegati
in obiettivi fotografici perché non adatti alla luce naturale
(bianca). Ma unendogli elementi DO ad un elemento ottico
rifrattivo, l’aberrazione cromatica che mina la qualità
dell’immagine risulta corretta in maniera ancora più efficaceche
con l’impiego di lenti alla fluorite. Inoltre, modificando gli
spazi interni della griglia di diffrazione si ottengono le stesse
caratteristiche tipiche di una lente asferica: eccellente correzione di tutti i tipi di
aberrazione compresa la sferica. Con questa nuova ottica, Canon oltre ad arricchire ulteriormente
il vasto parco obiettivi, offre un’ottica davvero professionale e
potente dal peso e dagli ingombri estremamente ridotti.